lunedì 16 gennaio 2012

Rarità bis

Proseguiamo con le rarità.
Di Hector Hugh Munro detto “Saki” (1870-1916) avevo già tradotto qualcosa (vedi qui e qui). Il racconto che segue (che a quanto mi risulta non ha traduzioni italiane esistenti) venne pubblicato nel 1910, non è politicamente corretto, e fa pensare che l’autore sia stato il classico inglese imperialista e razzista di inizio ‘900. Avendo letto altri racconti di Munro, posso garantire che è ugualmente irrispettoso, razzista e qualunquista anche quando parla dei suoi connazionali…
In questo caso il suo bersaglio è la Turchia (anzi, l’Impero Ottomano) ancora arretrato ma in fase di modernizzazione… forse.

UNA GIOVANE CATASTROFE TURCA (*) – IN DUE SCENE
Il Ministro delle Belle Arti (al cui Dipartimento è stata ultimamente aggregata la nuova sottosezione dell’Ingegneria Elettorale) ebbe un incontro di lavoro col Gran Visir. Rispettando il galateo levantino, prima di parlare di cose serie discussero un po’ di argomenti più frivoli. Il Ministro però si astenne dal fare riferimenti alla gara di maratona in corso, poiché ricordava che il Gran Visir aveva una nonna persiana e pertanto ogni allusione a una Maratona (**) poteva suonare inappropriata. Alla fine il Ministro spiegò il motivo della sua visita.
“Con la nuova costituzione, le donne possono votare?” domandò improvvisamente.
“Le donne che votano?” esclamò il Visir sbalordito. “Mio caro Pascià, il nuovo corso politico ha già sentore d’assurdo così come è; non rendiamolo ulteriormente ridicolo. Le donne non hanno né anima né intelligenza, perché dovrebbero avere il diritto di voto?”
“Lo so che suona assurdo”, rispose il Ministro “Eppure in Occidente stanno seriamente valutando questa possibilità”.
“Allora dispongono di una dose di imperturbabilità superiore a quella che gli attribuivo. Ho trascorso un’intera vita sforzandomi di mantenere sempre un rigoroso contegno, eppure ho difficoltà a trattenermi dal ridere al solo valutare questa proposta. Inoltre la maggior parte delle donne del popolo non sanno né leggere né scrivere. Come potrebbero partecipare alle operazioni di voto?”
“Gli si potrebbe mostrare la scheda coi nomi dei candidati, indicandogli il punto in cui devono apporre una croce”.
“Chiedo scusa?” lo interruppe il Visir.
“Volevo dire: in cui devono apporre una mezzaluna”, si corresse appena in tempo il Ministro. “Questo farebbe piacere al partito dei Giovani Turchi”, aggiunse.
“Oh beh” commentò il Visir, “Tanto vale andare sino in fondo e rassegnarci a questa porcat…” (si interruppe prima di pronunciare il nome di un animale impuro) “ehm, questa cavolata. Darò istruzioni affinché alle donne sia permesso votare”.
***
Le operazioni di voto stavano per concludersi nel seggio di Lakoumistan. Il candidato dei Giovani Turchi era in vantaggio di tre/quattrocento voti, e stava già scrivendo la bozza del discorso di ringraziamento agli elettori. La sua vittoria era quasi annunciata, perché lui aveva messo in moto i classici meccanismi delle campagne elettorali occidentali. Aveva persino noleggiato dei tassì. Pochissimi fra i suoi sostenitori si erano recati al seggio utilizzando questi mezzi di trasporto, però grazie alla guida mirata degli autisti era riuscito a fare in modo che parecchi sostenitori del suo avversario politico finissero al cimitero, o in ospedale, o comunque non fossero più nelle condizioni di poter votare. Ma all’improvviso accade qualcosa di imprevedibile.
Il candidato rivale, Alì il Benedetto, arrivò al seggio con tutte le sue mogli e rispettive suocere, che erano all’incirca seicento. Alì non si era preoccupato di organizzare comizi, però aveva sparso la voce che chiunque avesse votato il suo oppositore sarebbe volato nelle acque del Bosforo chiuso dentro un sacco.
Il candidato dei Giovani Turchi, che si era uniformato all’uso occidentale di avere una sola moglie e praticamente nessuna amante, assistette impotente al rovesciamento dei risultati dello spoglio, con la maggioranza dei voti che passava ad Alì.
“Crist… oforo Colombo!” esclamò, invocando in modo confuso un noto viaggiatore, “Chi mai l’avrebbe potuto immaginare?”
“Curioso eh?”, scherzò Alì. “Colui che ha così eloquentemente sostenuto l’importanza del Voto Segreto, è stato sconfitto dalle Votanti Segregate… dietro un burkha”.

(*) Riferimento ai Giovani Turchi, movimento politico che si proponeva di modernizzare e occidentalizzare l’Impero Ottomano agli inizi del XX secolo. Col tempo riuscì nei suoi scopi, ma all’epoca in cui venne scritto il racconto (1910) le sue probabilità di successo apparivano ardue, e H.H. Munro ci scherza sopra.

(**) La celebre battaglia in cui l’esercito ateniese sconfisse le armate persiane.

5 commenti:

  1. Raccontino simpatico. Il nome di Munro, comunque, non mi è nuovo.

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  2. Bel racconto. Conoscevo Saki di fama, in quanto pubblicato dalla Arkham House negli states.
    A quell'epoca comunque era normale per un autore inglese avere giudizi di superiorità nei confronti degli altri popoli, non giusto dico, ma normale.
    Per fortuna che i tempi cambiano...

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  3. @ Temostocle : esiste anche una scrittrice di nome Alice Munro, al momento più nota di lui. Forse hai sentito parlare di lei?
    @ Nick : posso garantirti che usa lo stesso tono derisorio anche quando parla dei suoi connazionali.

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  4. Interessante, davvero interessante!

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