lunedì 18 luglio 2011

Bravi creatori e pessimi imitatori

L'antologia scolastica che si utilizzava nella mia classe riportava un'opinione negativa su D'Annunzio che mi ha sempre lasciato perplesso, benchè io non sia certo un suo ammiratore: si sosteneva che i suoi romanzi hanno introdotto l'erotismo esplicito nella letteratura italiana, e sebbene vada riconosciuto che nel suo caso fosse narrato in modo funzionale rispetto alla trama e in accordo con le correnti del decadentismo e del simbolismo che lui seguiva, all'atto pratico ha dato strada a tanti imitatori mediocri (tipo Guido Da Verona) che hanno infarcito le librerie di romanzetti superficiali pieni di scene pruriginose, col solo scopo di solleticare la morbosità del lettore. Insomma, D'Annunzio additato come "responsabile" del porno-rosa.
Ribadisco che non rientra fra i miei autori favoriti, ma nonostante ciò non riesco a condividere l'accusa che gli viene posta.
Applicando lo stesso principio, Pasolini diventerebbe colpevole di aver girato il film "Decameron", le cui scene di nudo sessualmente esplicite e autorizzate dalla censura per il loro valore artistico, hanno poi dato il via alle tante imitazioni volgarissime della commedia trash anni '70.
Sempre sulla stessa strada, Tolkien sarebbe l'unico colpevole delle numerose saghe fantasy-bimbominkia degli ultimi vent'anni.
Insomma: si è responsabili delle proprie opere, non certo degli imitatori superficiali che le plagiano in modo scorretto.
O no?

4 commenti:

  1. Certi autori sono stati degli "apripista", questo è scontato. Certo non si può accusare chi ha creato un genere (Tolkien non ha sicuramente creato il fantasy... semplicemente ha scritto un romanzo fantasy di grande successo... ma non è stato l'unico, solo che qui in Italia si è piuttosto ciechi e si va avanti a forza di best sellers!) di ciò che viene compiuto dopo di lui... e gli imitatori superficiali dovrebbero caricarsi di tutte le loro colpe. Però... se non ci fosse stato un apripista, allora non ci sarebbero stati neppure gli altri. Quindi?
    Dove sarebbe la nostra cultura se non esistessero degli apripista e i conseguenti imitatori (superficiali e non)?

    Un briciolo di responsabilità tocca anche agli apripista, secondo me... diciamo un buon 20%. Perché sono convinto che questi apripista non abbiano agito in totale innocenza, sapevano ciò che stavano facendo, cercavano proprio ciò che poi si è generato: curiosità+critica+imitazione+mito...

    ^_^

    RispondiElimina
  2. Poi ci sono degli autori talmente originali da essere difficilmente imitabili, come alcune cose di Calvino ad esempio, o Pinocchio di Collodi.

    RispondiElimina
  3. Non so se i creatori/apripista abbiano ricercato 'quel' risultato con un secondo fine diverso dalla creazione artistica. neanche io amo D'Annunzio, anzi è uno di quelli che più mi sta sulle scatole, ma non penso che abbia introdotto l'erotismo nei suoi scritti per 'far colpo', e lo stesso penso di Ppasolini, che è invece un autore che rispetto e in modo particolare. Certo non paragonerei mai un suo scritto con uno di Aldo Busi, anche se spesso quest'ultimo sembra avere una struttura del racconto infarcito di sesso esplicito quasi come PPP.
    Temistocle

    RispondiElimina
  4. Forse chi ha fatto per primo un passo avanti in ogni cosa aveva intenzione non solo di fare il proprio lavoro, ma anche di smuovere le acque come fatto in sé: se questo è vero sono in parte responsabili di quel che ne è seguito. Del resto si sa da sempre che la libertà è usata bene da uno e male da cento, il che non è una buona ragione per toglierla.

    RispondiElimina