mercoledì 3 febbraio 2010

Altre inquisizioni

Di Borges avevo già parlato in questo post e sicuramente ne parlerò ancora.
Come "librovissuto" avrei potuto inserire quasi tutti quelli che ho letto. Ho scelto "Altre inquisizioni" perché é un'esempio straordinario di letteratura senza narrativa. Gli scritti che compongono questo libro sono dei brevi saggi, ma in realtà anche la parola "saggi" può essere un po' forzata. C'é un insieme di intuizioni, riflessioni, analogie, analisi e confronti di cui poteva essere capace solo un uomo che ha trascorso la sua vita più a leggere che a vivere (ed é uno dei modi con cui Borges si definisce).
La linea che riesce a tracciare da Hawthorne a Kafka, la contrapposizione tra Kafka e Chesterton, il legame quasi mistico che nota fra Khayyam e il suo traduttore inglese Fitzgerald, la sua particolare maniera di accostare la letteratura fantastica alla teologia e alla filosofia come se fossero un'unica forma della speculazione mentale umana...
"Finché uno scrittore si limita a narrare avvenimenti o a delineare le lievi oscillazioni di una coscienza, possiamo supporlo onnisciente, possiamo confonderlo con l'universo o con Dio; non appena scende a ragionare, lo sappiamo fallibile [...] Dio non deve teologizzare; lo scrittore non deve infirmare con ragioni umane la momentanea fede che esige da noi l'arte".
Le intellettualissime e coltissime riflessioni di Borges sono un esempio di come si possa scrivere sulla letteratura partendo... dalla letteratura, non dalla realtà o dall'uomo, come se l'ars letteraria prendesse vita propria e divenisse un'entità a se stante.
Certamente é un tipo di lettura erudita che necessita di una buona dose di predisposizione. A me ha trasmesso l'interesse per la letteratura a tutto tondo. Borges infatti dedica pagine ad autori spesso snobbati da una certa critica, come H.G. Wells o W.T. Beckford, dando merito alla loro straordinaria inventiva (e in fondo l'arte e la letteratura sono sempre "finzioni", come rammenta il titolo di un altro suo libro famoso).

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