martedì 8 settembre 2009

A proposito di Ariano Geta...

Anche se sono solo uno... pseudonimo, volevo parlare un po' di me.
Sin da bambino ho avuto la passione per la lettura. Libri di storia, ma anche fumetti. Provavo a disegnarne qualcuno anch'io, ma non avevo la mano del disegnatore. Però leggendo le pagine redazionali dei giornalini che i miei genitori mi compravano, scoprii subito che oltre al "disegnatore" esisteva anche lo "sceneggiatore", quelle che le storie le scrive. Inutile aggiungere che ho provato subito a cimentarmi. E' stata quella la mia "origine" come... grafomane. Centinaia di pagine dattiloscritte con stupidaggini infantili. Un'esperienza che però mi ha lasciato qualcosa, come mi sarei reso conto molti anni dopo.
Il primo vero racconto l'ho scritto quando ho iniziato a andare all'università. Avevo scelto Lingue e Letterature Straniere perché mi interessava studiare le lingue, ma libro dopo libro, esame dopo esame, mi sono appassionato più alle letterarature.
Nel corso degli anni universitari e post-universitari ho scritto molto, anche disordinatamente, e molti fogli manoscritti (eh si, non avevo il pc a quei tempi) meriterebbero solo di essere bruciati. Ma ci sono affezionato, come fossero un ricordo di qualcosa...
Crescendo ho avuto la trafila tipica della maggior parte delle parsone: trovi un lavoro, compri casa, metti su famiglia... e quando hai mezz'ora libera scrivi qualcosa (beh, questo magari é meno tipico ;)
Più di un anno fa ero finito in una specie di apatia, e avevo smesso di scrivere. Per dare sfogo alla mia grafomania latente ho iniziato a tenere un blog, un blog in cui avrei dovuto parlare di me, invece spesso parlavo di scrittori, di racconti, di poesie, e di quanto mi sentivo vuoto non avevndo più lo stimolo a scrivere racconti...
Non avevo mai preso seriamente in considerazione l'idea di tentare la pubblicazione, anche considerate le varie difficoltà che si incontrano nel proporsi agli editori (comunque sperimentate). Pensavo che un giorno avrei fatto stampare qualcosa a mie spese, anche se sarebbe costato un bel po'. Invece, per caso, ho scoperto navigando che adesso la stampa a proprie spese é un costo sostenibile per chiunque grazie al print-on-demand.
Soprattutto però ho scoperto altri "fissati" della scrittura e della lettura come me. Persone che sul web sono pienamente disponibili a condividere con chiunque le loro esperienze editoriali, i propri scritti, le conoscenze che hanno accumulato lungo anni di tentativi e talvolta di delusioni. Poter interagire con loro mi fa capire più o meno cosa dovessero essere gli incontri fra Borges, Bioy Casares e Silvina Ocampo nei caffé letterari di Buenos Aires (solo "più o meno", certo, non sono due cose completamente paragonabili, però almeno ora ho una mezza idea, una mezza sensazione, un qualcosa che prima non avevo affatto).
Seguendo il loro esempio (e in alcuni casi attingendo informazioni dai loro blog), visto che non riuscivo più a scrivere niente di nuovo ho rimesso mano ai miei racconti già scritti. Il progetto al quale ero più legato, il racconto "Iperbole" con il corollario di altre due storie a formare un'ideale trilogia, l'ho letto e riletto più volte, corretto, editato, sviscerato, e infine l'ho inviato a Boopen per la pubblicazione.
Ho creato questo blog, alcuni racconti li ho caricati su lulu.com, e... ho iniziato a scrivere nuovi racconti. Ho ritrovato l' "ispirazione", diciamo così.
In definitiva, quello stato di apatia in cui mi trovavo circa un anno fa sembra dimenticato.
Mi sento bene.

2 commenti:

  1. Sembra la mia storia... anche io ho iniziato disegnando fumetti, ma ero bravino... tanto che alcuni miei lavori sono stati trafugati dai miei insegnanti per le loro "collezioni". Poi mi son dato alla sceneggiatura... il primo romanzo, pubblicato in 13 copie (sono andato in tipografia), era ed è orribile!

    Poi la prima vera pubblicazione. La seconda... e la terza, che portò ad una grossa delusione, con tanto di abbandono completo della scrittura.

    Il blog mi ha poi ricondotto all'antico amore. Nel mio primo blog raccontavo le mie giornate, qualcuno le scambiava per brevi episodi di un romanzo e... beh, ciò mi ha spinto a ricominciare.

    Una nota: Sogno di capitano è il romanzo nato da quel mio primissimo blog!

    ^_^

    Son contento che hai ripreso a scrivere. Sei veramente bravo.

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  2. Ti ringrazio :)
    In effetti credo che la vita, se gli togliamo le cose essenziali, ci lascia del tempo "libero" (chi ne ha più, chi ne ha meno) che va assolutamente "riempito", o si finisce col diventare pazzi, nel vero senso della parola. E' chiaro che ognuno lo "riempie" come meglio crede. C'é chi passa ore con una canna in mano aspettando che il pesce abbocchi. Per me sarebbe mentalmente devastante, per chi lo fa no, é un piacere. Scrivere é sicuramente una "perdita di tempo", ma non più che pescare, giocare a calcetto, o andare a ballare. E' un'attività poco "sociale", questo sì, un'attività vissuta solitariamente. Però é qualcosa di cui, evidentemente, avevo bisogno.

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